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Originale: “Lugares comunes”. Juan Claudio de Ramón. El País.
9 Iuglio 2018
La diversità impoverisce se è usata come pretesto per la segregazione
La diversità è ricchezza. Ma solo quando le differenze si incontrano nella persona, come i metalli si fondono in un crogiolo o come tanti fili formano un tappeto; la diversità impoverisce se usata come pretesto per la segregazione. Bisogna costruire ponti. Ma non nello stesso punto e con gli stessi difetti di costruzione che ne hanno favorito il crollo. Non si può giudiziarizzare la politica. In una democrazia matura la politica deve poter essere giudiziarizzata: significa che viviamo in uno Stato di diritto e non soggetti all’arbitrio di nessuno. L’origine del conflitto è la sentenza sullo Statuto. L’errore è stato voler far rientrare a forza uno statuto confederale nella Costituzione. La sentenza non è causa, è pretesto. Possiamo recuperare gli articoli annullati. È bene che siano annullati: non vi era nulla di buono. Bisogna dialogare. Ma nel rispetto della legge, cioè di quanto già dialogato (Savater). OK, ma dialoghiamo. Certo, ma tenendo conto anche delle preferenze dei catalani non nazionalisti. O non sono forse catalani? Bisogna fare politica. La politica della cessione ha fallito. Esistono altre politiche: la deconcentrazione delle sedi (diversa dal decentramento) o la gestione federale delle lingue. Bisogna blindare le competenze identitarie. Il federalismo non «blinda» le competenze e, ancor meno, identitarie: se parlate di approvare politiche di esclusione —come il monolinguismo— non contate su di me. Il federalismo è la soluzione. Ma federalismo razionale, non confederalismo identitario. La lingua spagnola non è perseguitata. Non lo è. È esclusa, con il fine antifederale di sfoltire questa parte di patrimonio identitario che i catalani condividono con il resto degli spagnoli. Bisogna proteggere le lingue. Non a discapito dei diritti: proteggendo chi le parla, le lingue si proteggono da sole. Lo Stato delle autonomie è già asimmetrico. Esatto: è evidente che questa asimmetria non ha risolto il problema. Ma esistono delle singolarità. Una costituzione pluralista non ha il compito di stabilire singolarità, ma di permettere che le singolarità, laddove esistono, emergano in libertà. La Spagna è uno Stato plurinazionale. La plurinazionalità comporta l’essere spagnolo in molti modi, ma basco, catalano o galiziano in uno solo: nazionalista (De Miguel). In Spagna ci sono persone con diverso sentimento nazionale. Non vi è dubbio ed è rispettabile. Ma sono persone, non territori. È meglio una nazione plurilingue di uno Stato che per la sua natura di plurinazionale —mera giustapposizione di uniformità— non sarà pluralista. Non dobbiamo erigere muri. Attenti all’innalzamento di inferriate. Non bisogna combattere un nazionalismo con un altro. Vero, ma un’idea di nazione, etnolinguistica o civica, deve prevalere. Si può solo convivere con il problema. Stupidaggini di Ortega. Il problema è risolvibile, se tentiamo idee nuove. La Catalogna non è stimata a sufficienza. Proprio perché la Catalogna è stimata, e molto, è tutto così doloroso.