Photo by David Paschke on Unsplash
Originale: “Positivado”. Rafa Latorre. El Mundo.
19th June 2018
El Roto ha disegnato una vignetta molto ragionevole e questo gli è costato alcuni problemi. Mostra una coppia con una “barretina” (berretto tipico catalano) che regge un enorme nastro giallo. Uno di loro dice: «I nastri sono per cacciare quelli che non lo portano». Grande confusione. «Criminalizzazione!» esige il bunker digitale processista. «Un vomito», riassumono alcuni stomaci così corazzati che né la ricina che Clara Ponsatí ha fornito loro ha causato loro la minima nausea.
Poiché Dio aiuta sempre un buon ateo, a soccorrere il fumettista è arrivata una notizia da La Vanguardia che annunciava che l’Assemblea Nazionale Catalana stava preparando una lista di compagnie patriottiche. Quello si è camuffato da «consumo responsabile con la repubblica». Il simpatico eufemismo serve a spiegare a un bambino di tre anni come funziona il boicottaggio in positivo. Non c’è bisogno di avere sgobbato i tre volumi di “Los enemigos del comercio” (Gli nemici del commercio) di Escohotado per sapere che non c’è più grande idiozia che boicottare coloro che ti comprano più di quello che ti vendono. Ma è da tempo che il nazionalismo ha abbandonato in Catalogna qualsiasi assaggio del suo sbandierato pragmatismo.
L’elenco patriottico dell’ANC può solo rispondere o alla stupidità o al martirio ed è più probabile che entrambe le cause non siano soltanto compatibili ma inseparabili. E forse sarebbe necessario unire una terza: la cattiveria, perché è probabile che, dalla strategia del quanto peggio, meglio, ai leader dell’ANC gli aspetti la possibilità di godersi la seconda parte della premessa e riservino la prima al resto del popolo catalano.
Il nastro giallo è un “positivizzazione” dello stigma, un marchio patriottico che identifica chi non lo indossa. Nello stesso modo in cui la cosa rilevante in un elenco di compagnie repubblicane è proprio quelle che non ci sono, a cui il nastro compromette veramente a petto nudo.
In TV3 l’altro giorno hanno fatto «un’intervista istituzionale” a Joaquim Torra, sottogenere che si unisce al elenco di invenzioni, prodigi e mostri del giornalismo patriottico catalano di cui l’editoriale sindacato è una parte importante. Per riassumere, è l’opposto di ciò che attendeva a Inés Arrimadas quando visitò la TV ufficiale, una volta pubblica. Quel giorno, alla vincitrice delle elezioni è stato chiesto perché lei e la sua famiglia non avevano cantato come gli altri “Els Segadors” (inno ufficiale catalano) nel Parlamento autonomo. Questo è un “positivizzazione”. Gridare in modo che ciò che veramente si senta sia il silenzio. Il nastro ha un colore stridente. Si vede molto bene e si smette anche molto bene di vederlo. Sempre accurato, El Roto.