Originale: “Mi madre en la manifestación de Sociedad Civil Catalana ”. Laura Fàbregas. The Objective
Uno dei “successi” più significativi del processo indipendentista è stato vedere gente come mia madre alla manifestazione della Societat Civil Catalana. Non vedrete mai mia madre con un pezzo di stoffa, né catalano né spagnolo, neppure con uno strofinaccio da cucina. Per lei le bandiere sono sempre state “cenci sporchi di sangue”, mi diceva quando, come ogni giovane con inclinazioni politiche, ho flirtato con l’indipendentismo nella mia tappa universitaria.
La scorsa domenica, invece, come tante migliaia di catalani, ha deciso di andare a Barcellona. Confessa che, ai suoi 62 anni, non aveva mai immaginato di vedersi circondata da bandiere spagnole. Il fatto è che fa parte di quella generazione che ha subito la dittatura franchista e il primo contatto con la bandiera le causa, inevitabilmente, un certo rifiuto. Ma fa uno sforzo. La sua intelligenza si impone sui pregiudizi: sa che, qualunque cosa dicano, Franco è morto, la Spagna è una democrazia e la Catalogna è libera e prospera come mai lo era stata.
Parla dall’autorità morale di chi non solo ha vissuto sotto la dittatura, ma di chi, dal PSUC, ha lottato contro di essa negli anni duri, quando ancora erano pochi quelli che osavano uscire in strada e la borghesia catalana –i nonni di molti dei ribelli sistemici della CUP– ricoprivano le cariche di governatori civili e facevano affari con quelli che oggi considerano i loro oppressori. Sì, oggi tutti sostengono di aver corso con dietro i grises [il Corpo di polizia armata del governo franchista, NdT]… Ma sono meno quelli che, come lei, si sono salvati dall’essere processati dal Tribunal de Orden Público grazie alla Legge di amnistia del 1977.
Come forse molti di coloro che ieri [domenica 29 ottobre, NdT] sono stati a Barcellona, anche mia madre si è spostata verso posizioni moderate, e questa domenica ha rotto un altro tabù: ha manifestato insieme a bandiere spagnole. Questa insegna che, ironia della vita, oggi garantisce i nostri diritti perché non esige una affiliazione sentimentale. Solo lealtà amministrativa. L’opposto della estelada [bandiera indipendentista, NdT], che esclude coloro che non si allineano con il suo programma.