Originale: Dos repúblicas por el precio de una. José Ignacio Torreblanca. El País.
La sinistra radicale aderisce alla sfida indipendentista per vedere se riesce a cacciare Rajoy dalle piazze e provocare così una crisi dello Stato.
In questo paese passiamo le giornate a parlare di un’estrema destra che non esiste, né politicamente, né socialmente, né a livello parlamentario. È qualcosa che tutti i media e gli osservatori internazionali segnalano da anni. Qualcuno, dotato di un acuto rilevatore, dice che sta lì, accovacciata dentro al Partido Popular (PP) e nel quartiere Salamanca di Madrid, preparandosi per uscire fuori. Qualcun’altro, con un rilevatore meno preciso, dice che non la vediamo perché tutto il PP è di estrema destra.
In cambio, la sinistra radicale autoritaria di questo paese, che sì esiste, politicamente, socialmente, elettoralmente e a livello parlamentario, non si vede, non si rileva, non si percepisce. Non se ne parla. Ma sì che esiste, e come la destra radicale, disprezza la democrazia, i suoi metodi, le sue leggi e le sue istituzioni. Lo hanno appena dimostrato in Parlamento Pablo Iglesias, Xavier Domènech e Gabriel Rufián, quando hanno definito il tentativo di far eseguire gli ordini del Tribunale Costituzionale come qualcosa degno di uno “Stato autoritario e repressore”. E quando hanno chiamato “prigionieri politici” le persone arrestate durante l’operazione per impedire il referendum illegale del 1 di Ottobre.
Ma guarda un po’. Per mesi è stato chiesto ai vertici di Unidos Podemos di prendere una posizione sull’esistenza di prigionieri politici, sulla repressione e sulla mancanza di libertà in Venezuela, mentre loro rispondevano parlando di dialogo ma dentro la legge e la Costituzione. Ed ora resulta che l’acuto rilevatore di Iglesias ha scoperto finalmente dei prigionieri politici… in Spagna! Né più né meno.
Adesso vediamo che la sua equidistanza era falsa. Quando il Governo ed il Parlamento catalani derogarono de facto lo Statuto e la Costituzione in Catalogna con la Legge del Referendum y di Transizione, Iglesias non disse nulla. Ma quando lo Stato prova a far compiere la Costituzione risulta, secondo Domènech, che il Governo ha distrutto il patto Suárez-Tarradellas.
Dietro a tutto questo c’è una strategia molto semplice. Visto che la sinistra radicale non è riuscita a cacciare Rajoy, a proclamare la Repubblica, a distruggere il PSOE, né a liberarsi della Costituzione del 78 con la forza dei voti nelle urne e con le procedure parlamentari normali in uno Stato di diritto, ha deciso aderirsi alla sfida indipendentista per vedere se riesce a cacciare Rajoy dalle piazze, provocando così una crisi di stato. L’obiettivo? Proclamare due repubbliche al prezzo di una. Non lasciamoci ingannare, non c’é niente di democratico in questa strategia. Al contrario, trasuda autoritarismo, irresponsabilità e disprezzo della democrazia.