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O razzisti o europei

Photo by Evelyn Bertrand on Unsplash

Originale: “O racistas o europeos”. Carlos Yárnoz. El País.

18 Maggio 2018

La Catalogna guidata dallo xenofobo Quim Torra non sarebbe mai accettata in Europa

L’elezione di un presidente razzista situa la Generalitat agli antipodi dei valori dell’Unione Europea, il club che, secondo le promesse dei truffatori secessionisti, avrebbe accolto a braccia aperte la chimerica repubblica. La Catalogna guidata dallo xenofobo Quim Torra non verrebbe mai ammessa in Europa, dove si richiede la difesa della dignità umana, della democrazia, dell’uguaglianza e della non discriminazione.

Quando Bruxelles propone di punire l’Ungheria di Viktor Orban o la Polonia di Andrzej Duda per le sue politiche estremiste e xenofobe, l’irruzione di Torra lascia questi leader come apprendisti di intransigenza. Chiamare ai castigliano parlanti in Catalogna «bestie dalla forma umana che trasudano odio» e dire che soffrono «un piccolo salto nella loro catena del DNA» ha scandalizzato storici come il francese Benoît Pellistrandi, che nel “Le Figaro” mette in relazione il nazionalismo di Torra con » la Jugoslavia di Milosevic o l’Italia di Mussolini «.

I razzisti così sfacciati non li ammette nelle sue liste neanche la neofascista Marine Le Pen, che nel 2015 ha purgato candidati per aver diffuso tweet xenofobi. In Catalogna, d’altra parte, i deputati nazionalisti hanno premiato il fanatico Torra trasformandolo nel nuovo “Molt Honorable Senyor” (“Molto Onorevole Signor”, titolo per Presidente della Generalitat).

La Catalogna di Torra non supererebbe la prima selezione come candidato per l’UE, perché gli sfidanti devono rispettare l’articolo 2 del Trattato: «Rispetto per la dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo Stato di Diritto […] in una società caratterizzata per il pluralismo, la non discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e l’uguaglianza tra donne e uomini. » Né Torra né quelli che l’hanno investito devono aver letto questo articolo. Neanche il 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, con pari forza giuridica, che recita come segue: «È vietata ogni discriminazione, e in particolare quella esercitata in base a sesso, razza, colore, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni, opinioni politiche o qualsiasi altro tipo «.

O forse sì li hanno letti ed è per questo che non insistono più sul fatto che la sognata repubblica sarà nell’Unione Europea. Alcuni di questi estremisti conoscono l’articolo 7 del Trattato, che mira a sanzionare gli Stati in cui esiste «un chiaro rischio di grave violazione dei valori stabiliti nell’articolo 2». Se la fantasticata repubblica fosse nell’UE, Bruxelles solleverebbe subito l’applicazione di questo articolo.

I catalani sono le prime vittime. Guardando a Bruxelles, molti staranno attribuendo a Torra la famosa frase di Groucho Marx: «Non vorrei mai appartenere a un club che ammettesse come socio a qualcuno come me.»

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